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Circus Shot: i sogni di Butler nella Big East

Kamar Baldwin LaVall Jordan Butler Florida
Autore: Riccardo De Angelis
Data: 9 Dic, 2019

Settimana numero 5 in archivio, fra una Ohio State sempre devastante e una Butler che può forse sognare in grande grazie alla leadership di Kamar Baldwin e a un gruppo coeso.

Lo spiegone

La settimana è stata animata dallo scontro annuale fra ACC e Big Ten, vinto dai secondi per 8-6. La difesa di Louisville ha fatto a brandelli una Michigan irriconoscibile rispetto a quella delle Bahamas (e che poi si è sfogata segnandone 103 alla povera Iowa): 58-43 il risultato di una gara dominata con un Jordan Nwora da 22 punti e 12 rimbalzi.

Se Ann Arbor piange (giusto per un attimo), Lansing non ride. Michigan State ha fatto il proprio dovere contro Rutgers (77-65) ma dopo essersi arresa a una Duke dominante (87-75), quest’ultima trascinata dalle prove di Vernon Carey (26 punti, 11 rimbalzi, 3 stoppate) e di Tre Jones (20 punti, 12 assist, 3 recuperi).

A Durham si respira aria buona dopo una settimana poco felice, mentre a Chapel Hill c’è di che mettersi le mani nei capelli: North Carolina è reduce dal 74-49 subito contro Ohio State, seguito poi da una sconfitta in casa di Virginia (56-47), quest’ultima rimessasi in sesto dopo le sberle prese da Purdue (69-40).

Niente da fare per Michigan contro il muro di Louisville (Photo by Marc-Grégor Campredon/MGoBlog)

La Big East gode di discreta salute, anche se ci sono delle note dolenti. Seton Hall è caduta in casa di Iowa State (76-66) e Sandro Mamukelashvili (12.3 punti) si è rotto il polso destro dopo 5 minuti di gioco: potrebbero volerci 6-8 settimane per recuperare.

Georgetown è in un mare di guai. Il go-to guy James Akinjo ha detto ciao e tre giocatori sono coinvolti in una brutta storia di aggressioni e molestie. Eppure gli Hoyas continuano a vincere: +7 e +17 nelle trasferte con Oklahoma State e SMU.

Nella conference, Butler è ancora imbattuta (e appare solida come poche altre), St. John’s ha vinto a sorpresa con West Virginia (70-68) e ci sono un po’ di squadre uscite vincitrici dai vari rivalry game disputati nei giorni scorsi. Xavier ha difeso il campo di casa contro l’odiatissima Cincinnati (73-66), Creighton ha passeggiato con Nebraska (95-76) e Villanova è a 3 su 3 nel Big 5 dopo le vittorie in settimana con Penn (80-69) e Saint Joseph’s (78-66).

Providence è la pecora nera della situazione, sconfitta per 75-61 da Rhode Island in un derby che ha regalato momenti spassosi prima e dopo la gara (per maggiori informazioni, consultare la parte finale dell’articolo).

Uno dei molti momenti in cui Naji Marshall (31 punti) se l’è risa nella vittoria su Cincinnati. In fondo a sinistra, Jarron Cumberland non sembra altrettanto lieto. (Photo by Albert Cesare/The Enquirer)

Spostandoci verso ovest, c’è Arizona che è incappata nella prima sconfitta stagionale: 63-58 in casa di Baylor, squadra come al solito arcigna nella propria metà campo. Nico Mannion, alle prese con qualche problema alla schiena, ha chiuso a quota 15 punti e 5 assist, litigando col ferro ma offrendo un barlume di speranza ai suoi nel finale.

Com’è quella vecchia storia? Ah sì, che Gonzaga vince solo con quelle scarse. Ecco, gli Zags sono andati in casa di Washington e sono usciti vincitori per 83-76 in una delle gare più divertenti della settimana (e non solo). Mark Few ringrazia le triple clutch dei suoi Bleus: una di Killian Tillie negli ultimi 3 minuti, lanciata da distanza siderale, e quella di Joël Ayayi a 24 secondi dalla fine.

 

Paradiso

Butler – Entrata in Top 25 in punta di piedi, la squadra di LaVall Jordan ha vinto e convinto. Kamar Baldwin ha raggiunto un grado di maturità notevole ed è ormai una star vera, ma la partita vinta d’autorità con Florida (76-62) ha dimostrato che la squadra può contare su tanti interpreti diversi in attacco. All’orizzonte, un test difficilissimo, la trasferta in casa di Baylor. Nulla di meglio per vedere di che pasta è fatta questa Butler.

Ohio State – Prima un +25 con North Carolina, poi un +32 con Penn State. I Buckeyes sono un rullo compressore: su nove vittorie conquistate, sette sono arrivate con venti o più punti di scarto. Si fa davvero fatica a scorgere punti deboli in una squadra che fin qui ha mostrato un attacco efficiente, dove ognuno porta il suo mattoncino, e una difesa fra le migliori in circolazione (#2 su KenPom sia per DRtg che per eFG% concesso).

Kamar Baldwin è stato immarcabile nel 67-58 di Butler in casa di Ole Miss: 31 punti con 11/16 dal campo e 5/5 ai liberi. (Photo by @ButlerMBB)

Purgatorio

Arizona – Diamo a Baylor quel che è di Baylor: è una squadra tremendamente fastidiosa in difesa. I Wildcats però sono apparsi fin troppo spaesati in attacco e, alla fine, le cose migliori sono uscite quasi solo dalle mani di un Nico Mannion probabilmente limitato dai fastidi fisici accusati in settimana, attenuante da riservare anche all’amico Josh Green, autore di una prova mediocre. Arizona è partita più forte del previsto ma deve ancora maturare tantissimo.

Virginia – Il capitombolo con Purdue ha sì evidenziato la bontà difensiva degli avversari ma anche le grosse lacune dell’attacco dei Cavaliers, un qualcosa che, se non risolto, può davvero pregiudicare le ambizioni stagionali. La gara con UNC ha però fatto intravedere una possibile svolta, perché Tomas Woldetensae ha finalmente messo in mostra le sue doti di cecchino: 3 su 4 dall’arco e 11 punti in totale per il bolognese. Le sue triple servono come l’aria.

Sì Tomas, stavolta è entrata. Più volte. (Photo by @UVAMensHoops)

Inferno

Illinois – Poveri Illini, non gliene va una giusta. Prima perdono con Miami di 2 punti dopo aver chiuso il primo tempo sul -19. Poi sembrano poter fare il colpaccio con Maryland (+9 a 4:33 dalla fine), salvo subire una rimonta rocambolesca. Equilibrio e maturità mancano ma Brad Underwood confida nella lezione impartita dall’ultimo match: “There was a lot of hurt, and that makes me feel good. I know we’re on the right page. We grew up a lot tonight”.

North Carolina – Due sconfitte tra cui un -25 in casa, meno di cento punti segnati in totale e Cole Anthony che ha spadellato ripetutamente (4/15 dal campo con Ohio State così come con Virginia). L’infortunio di Armando Bacot con OSU non ha aiutato ma il suo recupero in extremis per Charlottesville non è bastato. “I don’t think we’re playing basketball the way I want us to play and that’s probably the most frustrating”, ha detto Roy Williams dopo UVA.

“It’s the most frustrated I’ve ever been”: Ol’ Roy ha un diavolo per capello. (Photo by Abe Loven/The Daily Tar Heel)

 

Tre prestazioni individuali

Anthony Cowan vs IllinoisHa talento da grande lui nel fare canestro. Chissà se Cowan ascolta Mina. Ecco, probabilmente no, ma di fatto anche lui sa che l’importante è finire. E l’orgasmo regalato ai tifosi di Maryland in un XFinity Center ruggente è uno di quelli che ci si ricorderà per un bel po’: 20 punti, 7 rimbalzi, 6 assist e 3 recuperi ma soprattutto un finale da supereroe, fra una tripla lanciata da casa sua e una rubata con fallo subito e tiro libero decisivo per portare a compimento la fantastica rimonta dei Terps.

 

Luka Garza @ Michigan – Alla faccia del losing effort. Il junior di Iowa sta mettendo su cifre straordinarie (22.7 punti e 9.8 rimbalzi di media) e ad Ann Arbor non ha mai chinato la testa in una gara oggettivamente difficile da affrontare per i suoi: 44 punti (17/32 dal campo, 10/13 ai liberi) e 8 rimbalzi per il nipote di Teoman Alibegović. In giro non ce ne sono molti capaci di giocate simili contro Jon Teske.

 

Naji Marshall vs Cincinnati – Vincere da protagonista una delle rivalry più accese di tutto il college basketball. Marshall non poteva scegliere occasione migliore per eguagliare il proprio career-high: 31 punti (12/22 dal campo, 3/4 ai liberi) conditi da 8 rimbalzi, 3 assist, 1 stoppata e 5 recuperi. Uomo ovunque che fa paura quando attacca il canestro (73.8% al ferro secondo Hoop-Math) e che può colpire da lontano (4/11 da tre). Con maggiore continuità dall’arco (25.9%) sarebbe davvero devastante.

 

Tre azioni

Dopo aver attirato tante lodi, San Diego State ha rischiato di perdere in casa con la mediocre San José State. Fortuna che Malachi Flynn ci ha messo una pezza così:

 

Brian Fobbs di Towson qui è decollato in maniera discreta

 

Christian Koloko e le classiche cose da sevenfooter

 

Benvenuti al circo

Sean Miller nell’ultimo episodio di “La camicia più sudata del West”

Chicago State ha messo fine a una striscia di 53 (cinquantatré) sconfitte consecutive fuori casa. La loro March Madness l’hanno già vinta a dicembre.

L’anno prossimo ci sarà un Kentucky-Michigan a Londra. Marketing? Macché.

Se parliamo di allenatori burloni, Chris Mack è di un altro livello. Questo è il suo omaggio al collega del football Scott Satterfield per il premio di COY nella ACC.

Per non esser da meno, il suo allievo Travis Steele festeggia la vittoria su Cincinnati andando in un bar di tifosi di Xavier con un mattone di banconote in mano per pagare da bere a tutti. La classe non è acqua. È birra.

Chiudiamo con un uno-due dedicato a Ed Cooley e alla piccola, grande rivalry fra Providence e Rhode Island. Così parlò il coach dei Friars prima di prenderne 14 in casa dei Rams…

…e così invece parlò Fatts Russell dopo avergli rifilato 24 punti e 8 assist sul grugno.

Tre partite da non perdere

Martedì 10: Louisville vs Texas Tech (ore 1:00, ESPN)

Sabato 14: Oregon @ Michigan (ore 18:00, CBS)

Sabato 14: Gonzaga @ Arizona (ore 4:00, ESPN 2)

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