Gli italiani in NCAA non hanno mai rappresentato una pattuglia tanto numerosa e così capace d’incidere nelle rispettive squadre. Ecco una rapida panoramica su tutto il college basketball tinto di azzurro quest’anno, dalla Division I maschile e femminile fino ai campionati minori.
Quelli delle High-Major
Sono tre gli azzurri che militano nelle Power 6, tutti con possibilità concrete di figurare, a marzo, fra le squadre con seed alto alla March Madness. Nico Mannion è quello che desta più curiosità, al primo anno da timoniere di un’Arizona che cerca riscatto immediato dopo una stagione da dimenticare. Candidato one-and-done, Mannion ha playmaking e abilità realizzative rare che dovrà mettere al servizio di una Zona giovanissima ma con le carte in regola per attestarsi al top della Pac-12.
Davide Moretti, mister efficienza l’anno scorso, dovrà trascinare una Texas Tech nuova di zecca affinché questa rimanga ai vertici della Big 12. Il Moro ha fatto parlare di sé con le sue qualità da tiratore d’élite (45.9% da tre e 92.4% ai liberi) e anche con un apporto difensivo balzato in avanti in modo alquanto impressionante: ora sta a lui dare il buon esempio per primo e caricarsi il peso offensivo della squadra.
Tomas Woldetensae è al debutto in D-I dopo due anni di junior college in cui ha strabiliato col suo range di tiro (47.6% da tre l’anno scorso su 7.5 tentativi), qualità altamente richiesta in una Virginia ora orfana di Guy e Jerome. C’è tanto da imparare in difesa – e lui lo sa – ma le sue doti da cecchino dovrebbero aprirgli spazi consistenti.
Mid-Major: c’è chi punta in alto…
Alessandro Lever non ha fatto scintille l’anno scorso ma, nel frattempo, ha passato un’offseason di lavoro individuale e di dieta: 10 chili in meno per il lungo di Bolzano, e in effetti già l’amichevole con CSU San Bernardino ha dato buone sensazioni riguardo il suo stato di forma. La sua Grand Canyon rilancia dunque la sfida a New Mexico State nella WAC partendo da lui e da una batteria di esterni tanto numerosa quanto piena di talento.
Nella stessa conference, Mattia Da Campo e Seattle non stanno a guardare. Squadra piuttosto esperta e con punti di forza abbastanza consolidati, la truppa di Jim Hayford può sorprendere e conterà sull’ex Stella Azzurra per portare tanta difesa, rimbalzi in quantità e anche qualche tripla.
Fra gli italiani nelle one-bid league (cioè le conference che di rado mandano più di una squadra alla March Madness), anche Micheal Anumba può dire la sua. La Big South pare aperta e Winthrop, pur giovane, può sorprendere in positivo. L’ex Reggio Emilia sarà ancora una volta uno starter e il suo apporto è imprescindibile in difesa: allargando il ventaglio delle soluzioni offensive, può affermarsi fra le migliori guardie della conference.
Mattia Acunzo, freshman, è in ritardo di condizione per via di un’operazione al piede cui si è sottoposto in estate (è entrato a pieno regime a inizio mese) e probabilmente bisognerà aspettare un po’ di tempo prima di vederlo incidere con continuità. Toledo conta anche su di lui per dare ragione ai pronostici che la vogliono fra le favorite della MAC.
Erik Czumbel, altra matricola, ha preso il posto di Giovanni De Nicolao a UTSA. Giocatori simili per certi versi (QI cestistico, allenabilità) e differenti per altri (più penetratore il primo, più playmaker il secondo), l’ex Trento può ritagliarsi un ruolo di grande utilità accanto ai funamboli Jhivvan Jackson e Keaton Wallace. Sarà l’anno buono per andare al Torneo NCAA? Forse, ma la concorrenza nella C-USA non manca.
…e chi, probabilmente, si deve accontentare
Gabriele Stefanini era pronto a un’annata col botto ma è stato fermato da un infortunio al piede sinistro che lo terrà presumibilmente fermo per tutta la stagione. Per la sua Columbia le cose non si mettono bene, anche perché Patrick Tapé, centro titolare, ha recentemente deciso di lasciare la squadra.
Guglielmo Caruso è reduce da un anno da matricola chiuso in crescendo e sarà di nuovo titolare nel frontcourt di una Santa Clara sempre molto giovane. Per le ambizioni di post season, ci sarà ancora da attendere: la West Coast è cosa di Gonzaga e Saint Mary’s, con BYU pronta a imporsi come terza forza.
Ethan Esposito, ala arraffa-rimbalzi e spina nel fianco in area, proviene anch’egli da una buona annata da debuttante per prestazioni individuali (8.6 punti, 4.2 rimbalzi in 16.5 minuti d’impiego) e dovrebbe essere uno dei punti di riferimento principali di Sacramento State, squadra che però non sembra fra le più attrezzate della Big Sky.
Come nel caso di Wolde, anche Thomas Binelli è un ex BSL San Lazzaro proveniente da un JUCO e con la mano fatata dall’arco (39.5% negli scorsi due anni). È proiettato verso minutaggi consistenti nella sua squadra, Eastern Michigan, formazione strapiena di volti nuovi e che, proprio per questo, rappresenta un po’ il rebus della MAC.
I lunghi Pietro Agostini (Kennesaw State) e Federico Poser (Elon) fanno parte di squadre in totale rebuilding, affidate a nuovi allenatori. Le vittorie in campo si prospettano pochine per entrambi ma, nel frattempo, possono conquistarsi spazi fissi nelle rotazioni.
Le ragazze della Division I
Che stagione sarebbe senza una Georgia Tech tricolore? Francesca Pan (senior) e Lorela Cubaj (junior) saranno anche quest’anno nello starting five delle Yellow Jackets.
L’esterno bassanese, prima per adjusted plus/minus nella squadra (0.354), è alla sua seconda nomination di fila nella watch list del Cheryl Miller Award, premio dedicato alla miglior ala piccola dell’anno. Sarà come al solito un punto di riferimento offensivo, anzi anche più di prima, essendo l’unica returning player con punti di media in doppia cifra.
Cubaj invece è reduce dall’esperienza europea con la Nazionale senior (1.8 punti, 5.0 rimbalzi in 18.3 minuti) ed è una presenza irrinunciabile in area per la squadra, fra rimbalzi e una difesa tanto arcigna quanto versatile.
Per GT, ora con un nuovo coach in panchina, le cose si prospettano dure nella ACC: la squadra si è piazzata alla #12 (su 15 formazioni) nella preseason poll della conference.
A Toledo, Acunzo non è l’unico a coltivare speranze di March Madness. Mariella Santucci (9.2 punti, 5.1 assist), ora all’ultimo anno di college, sarà di nuovo in cabina di regia per guidare le Rockets in una MAC dove saranno come sempre fra le maggiori candidate per la vittoria finale. La bolognese fornisce un apporto a tutto tondo da PG e, per efficienza al tiro, ha mandato qualche segnale di crescita che aspetta di essere confermato quest’anno.
Elisa Pinzan, reduce dall’oro europeo con la Nazionale U20, può compiere un balzo in avanti personale quest’anno: 4.5 punti, 3.3 assist in 24.6 minuti da freshman, con career-high di 23 punti contro Stetson in un finale di stagione in crescendo.
La sua South Florida viene da un’annata tosta, stracolma d’infortuni, ma culminata con la partecipazione al WNIT. Ora quella squadra piena di underclassmen tornerà in campo con un anno d’esperienza in più per fare a spallate con le rivali di UCF e con Cincinnati, e quindi affermarsi come seconda forza dell’American Athletic (con l’inossidabile UConn di mezzo, non si può proprio aspirare a qualcosa di più).
Altra medagliata con la U20, Lucia Decortes ha visto pochissimo il campo da matricola. La sua Albany è stata votata terza nella preseason poll della America East, una one-bid conference dov’è Maine a essere indicata come favorita (e nemmeno di poco). Sempre nella Am.East, la UMBC di Lucrezia Costa non sembra destinata a grandi traguardi (votata come penultima nella poll appena menzionata). La romana è al suo ultimo anno di college e viene da una stagione con 6 apparizioni da starter nel frontcourt delle Retrievers (3.7 punti, 3.6 rimbalzi, 1.3 assist in 16.0 minuti).
Pronostici simili a livello di squadra vengono fatti per un’altra veterana, Carlotta Gianolla, anche se Kennesaw State pare più attrezzata nell’Atlantic Sun (dovrebbe essere perlomeno una formazione da centro classifica). La figlia di Rambo è al suo anno da senior ed è sulla strada giusta per chiudere la carriera universitaria superando quota 1000 punti e 500 rimbalzi.
Chi invece può coltivare aspirazioni alte è Chiara Bacchini con Quinnipiac, formazione che tende sempre a distinguersi nel panorama mid-major, non solo nella MAAC. La parmense dovrà riprendere il filo del discorso interrotto l’anno scorso, quando era stata fermata da un infortunio serio (rottura del crociato anteriore).
Chiudono la lista Giulia Bongiorno, combo guard siciliana al debutto con FIU, ed Elisa Pilli, classe ’95 che ha collezionato 8 presenze con Wyoming nella stagione passata.
Non solo Division I
Tornando in ambito maschile, c’è tanta Italia anche fra i college al di fuori della NCAA Division I. In D-II troviamo due ex del piano di sopra (entrambi senior), i lunghi Scott Ulaneo (Davenport) e Roberto Vercellino (Regis), le cui rispettive avventure erano iniziate a Seattle U e Northern Colorado. Ulaneo, tra l’altro, ritroverà un parquet familiare (quello di Grand Canyon) e un volto amico (quello di Lever) il 5 novembre, nella sfida fra GCU e Davenport.
Poi ci sono tre debuttanti: Andrea Lo Biondo (Winona State), che aveva offerte anche dalla D-I, è reduce da due anni di junior college, mentre Tommaso Gini (West Georgia) e Mattia Morini (Goldey-Beacom) sono all’esordio nel campionato (il primo però dopo un anno da redshirt).
In D-III c’è l’ex Stella Azzurra Otis Reale, sophomore a Illinois Tech. Nella NAIA ci sono Federico Gallinari (Rochester University), fratello di Danilo, e il pontino Michele Capasso (Sterling College).
Fra i junior college ritroviamo Edoardo Del Cadia, un volto che dovremmo vedere in D-I nel 2020. Il fabrianese è passato a College of Central Florida dopo un’annata da 9.7 punti e 7.6 rimbalzi di media a Cloud County, un JUCO, quest’ultimo, in cui è approdato nel frattempo un altro italiano, Sami Sanad, arrivato dal Basket Oderzo. Un altro esordiente è Joshua Pettenò (Northwest College), prodotto della Reyer Venezia. Sempre fra i community college, ma nella NJCAA D-II, c’è Tommaso Colombo, pronto a debuttare con Bryant & Stratton Milwaukee.