Lo abbiamo atteso per due mesi, abbiamo visto coach Bruce Pearl sostenerlo con un nastro sulle scarpe e sentito il coro “Free Sharife” risuonare nella Auburn Arena. Finalmente è arrivato: Sharife Cooper è stato liberato dalla Ncaa il 9 gennaio, facendo il suo esordio contro Alabama. E che esordio! Dopo sessanta giorni di semi inattività, il freshman ha messo a referto 26 punti e 9 assist mostrando sin da subito il suo repertorio: visione di gioco, attacco al ferro e abilità da passatore di primissima categoria.
Auburn ha trovato il pezzo mancante del puzzle, l’unico in grado di raccogliere l’eredità di Jared Harper e J’Von McCormick come point guard titolare. In queste prime 4 partite, Cooper ha preso in mano la squadra e non c’è quasi nulla che venga prodotto senza il suo contributo: 22.5 punti e 8.3 assist di media ed è già primo nella Sec per %Poss (37.9), %Shots (36.4) e Assist Rate (54.0).
Proprio in quest’ultima voce sembra destinato a comparire primo per distacco in tutta la D-I su KenPom, non appena avrà raggiunto il numero minimo di gare giocate. Tutti numeri che depongono nettamente a suo favore, mentre fa un po’ storcere il naso il 39.7% dal campo. Tuttavia, la sua inventiva è decisiva per creare spazi e far segnare i suoi compagni.
Non sarà uno da primissime posizioni al Draft come Cade Cunningham o Jalen Suggs, oppure ancora uno di quei prospetti che lascia a bocca aperta per combinazione di doti fisiche e tecniche (Evan Mobley, Scottie Barnes, Ziaire Williams), ma Sharife Cooper è già il freshman più divertente da vedere quest’anno.
Lob City ad Auburn
Guardandolo in campo, la prima cosa che salta all’occhio è la sua incredibile propensione all’assist: gli oltre otto di media che produce sono persino bugiardi rispetto a tutte le volte in cui mette un proprio compagno in condizione di segnare.
La sua visione di gioco gli rende la vita facile (vedasi il lancio in stile football qui sotto) e raramente i suoi assist risultano banali. Inoltre, quando decide di attaccare il ferro – particolare su cui torneremo più avanti – quasi sempre la difesa collassa su di lui lasciando un compagno libero che viene puntualmente servito per il più facile dei canestri.
Il modo di giocare di coach Pearl, uno dei motivi per cui ha scelto Auburn, lo lascia libero di fare gioco affidandosi all’istinto e alla sua vena creativa che sa sposarsi perfettamente alle caratteristiche dei compagni di squadra. Tra le fila dei Tigers ci sono molti giocatori atletici in grado di correre in contropiede e di saltare a canestro senza troppi problemi, caratteristiche che si sposano perfettamente con una specialità di Cooper, l’alley-oop.
Non è un caso che tra i suoi giocatori preferiti, oltre a Kyrie Irving e Damian Lillard, ci sia Chris Paul, uno che con i suoi lob ha esaltato De’Andre Jordan a Los Angeles e Clint Capela a Houston. Questa particolarità la si ritrova molto anche nel gioco di Sharife, che contro Alabama, Georgia e Kentucky si è divertito a smazzare lob a destra e a manca con discreta naturalezza, senza mai forzare la giocata.
Dritto al ferro
Pearl ha definito Sharife Cooper un freshman migliore di quanto lo fosse Jared Harper. Questo grazie alle sue doti da passatore ed alla capacità di attaccare il ferro, un’altra caratteristica chiave che si nota molto velocemente.
Trovando per ora molte difficoltà al tiro da tre (3/22 dall’arco in totale fin qui, ovvero il 13.6%), Cooper sfrutta bene la sua rapidità per penetrare in area ottenendo ottimi risultati. C’è ancora spazio per migliorare a livello di scelte, visto che ogni tanto s’incaponisce e prova a farsi largo contro raddoppi visibili dalla luna, ma se gli viene concesso spazio o se coglie un’esitazione del difensore, è letale. Se poi il lungo avversario non accorcia immediatamente verso la linea di penetrazione, il canestro è abbastanza semplice.
Altro fattore chiave sono i blocchi portati dai compagni. Sia Georgia con Wheeler, sia Kentucky con Askew hanno provato a limitare questo tipo di attacchi frontali ma con risultati scarsi, come si è visto nella clip precedente. Cooper sa sfruttare al massimo il mismatch in termini di velocità e agilità contro i lunghi avversari e Keion Brooks Jr. qui sotto può raccontarvelo.
La difesa verso il Draft
Cooper, però, non è solo attacco. La stessa velocità e la stessa agilità che utilizza per attaccare gli avversari è in grado di usarle anche in difesa. E quella sul pallone è il suo punto cardine. Non sempre la mette in atto, a dire il vero, ma quando lo fa diventa una spina nel fianco dell’attaccante avversario. Buone rotazioni, piedi rapidi e mani anche migliori che spesso portano il possesso avversario ad un solo risultato: palla persa.
Se dovesse applicare la stessa intensità e costanza che mette in attacco anche in difesa, allora, nonostante limiti fisici evidenti (ufficialmente, 1.83 metri per 82 kg, ma il peso potrebbe benissimo non essere proprio quello) e i miglioramenti che deve fare dall’arco, nelle prossime settimane scalerà i Mock Draft e dovrebbe iniziare a riscuotere preferenze crescenti da parte degli scout Nba. Nel frattempo, però, dovrà darsi da fare per portare Auburn il più in alto possibile nella Sec. Soprattutto perché non avrà la vetrina della prossima March Madness, da cui i Tigers si sono autoestromessi.