> Preseason Top 25 <
La squadra
Nella nostra Top 25, abbiamo quasi sempre inserito nelle prime posizioni delle squadre che presentano molta continuità in quanto a nomi nel roster (Baylor, Iowa, Wisconsin) e che, in certi casi, propongono anche una o due novità capaci di far compiere loro un salto di qualità (Villanova, Virginia). La nostra numero 1, Gonzaga, è però una formazione che ripropone solo due starter della scorsa stagione.
Prima di tutto, c’è da dire che di coach Mark Few è facile fidarsi. Di certo poi non guasta il fatto che Corey Kispert e Joël Ayayi, cioè i due titolari in questione, dovrebbero essere fra i mattatori della stagione Ncaa. Inoltre è utile ricordare che anche gli Zags della scorsa annata presentavano molti protagonisti nuovi (#331 su KenPom per Minutes Continuity), ma ciò non ha impedito loro di avere il migliore attacco della D-I (121.3 di Adj. Offense) e di chiudere la stagione con un perentorio 31-2. Adesso, fra sophomore pronti a esplodere e volti nuovi promettenti, c’è di che essere ottimisti, specie per quanto riguarda la produzione offensiva.
Nel reparto guardie, Jalen Suggs (#5 nella Top 10 delle matricole) è destinato a richiamare paragoni con Jeremy Pargo – sembra però ben proiettato verso una carriera professionistica migliore – e farà coppia con Ayayi, creando un duo di giocatori differenti sul piano atletico e fisco, ma intercambiabili negli spot 1 e 2, prolifici in attacco, capaci di puntare il ferro e di far male da un po’ tutte le mattonelle del campo.
A dar loro man forte, ecco Dominick Harris (altro freshman, altra combo) e Aaron Cook (ex Southern Illinois che porta esperienza e difesa). Dovrebbe esserci spazio più che sufficiente per entrambi, ma è da vedere quanto Few vorrà usare quintetti con tre guardie: l’anno scorso erano frequenti, ma ci sono da tenere in conto Julian Strawther (gran bel bucket getter) e Martynas Arlauskas (poco impiegato finora) come possibili cambi di Kispert nel ruolo di 3.
Pur salutando due pezzi da novanta come Tillie e Petrušev, il frontcourt non dovrebbe subire un contraccolpo eccessivo. Benché sia composto eslusivamente da underclassmen, è infatti il reparto meno interessato da quella curva d’apprendimento alla quale viene fatto particolare riferimento a Gonzaga. Drew Timme è già una certezza e, accanto a lui, Anton Watson può sorprendere: ha i mezzi per essere un difensore eccellente, è produttivo in area e, dopo averci lavorato su in estate, potrebbe mostrarci una meccanica di tiro più efficace. Per il cambio del 5, ci sarà un ballottaggio fra Pavel Zakharov e Oumar Ballo: il primo ha già assaggiato la D-I ma vediamo favorito il secondo, avendo ancora negli occhi il suo exploit ai Mondiali U19.
[EDIT] Il 24 novembre, proprio alla vigilia d’inizio campionato, la Ncaa ha sganciato la bomba col waiver concesso a sorpresa ad Andrew Nembhard. L’esterno ex Florida va dunque ad allargare ulteriormente un roster già molto profondo e competitivo. Sull’argomento small ball, dovremmo proprio continuare a vedere molti minuti con tre guardie in campo.
Starting Five
G – Joël Ayayi – R-Jr, 2000, 196 cm
G – Jalen Suggs – Fr, 2001, 193 cm
F – Corey Kispert – Sr, 1999, 201 cm
F – Anton Watson – So, 2000, 203 cm
F – Drew Timme – So, 2000, 208 cm
Giocatori in evidenza
Joël Ayayi (10.6 punti, 6.3 rimbalzi, 3.2 assist) ha sorpreso un po’ di gente l’anno scorso, se non altro chi non presta attenzione ai tornei Fiba. Buona parte degli altri, invece, stava solo aspettando che esplodesse. Il francese (#1 nella Top 30 degli europei e #7 nella Top 10 delle guardie) fornisce un tipo di apporto a tutto tondo. Ha una gran presenza a rimbalzo, specie per una guardia (nella stagione passata aveva un DR% superiore a quello di Tillie), il che torna utile nell’aprire il contropiede, fase di gioco in cui ha ottimo controllo per andare fino in fondo. Alla voce assist ci sono spunti di ogni tipo, distinguendosi nei passaggi a una mano e nel trovare angoli dai blocchi sulla palla, andando a nozze coi sempre competenti lunghi di marca Bulldog. Al torneo della WCC ha dimostrato che sa essere clutch e che può caricarsi la squadra sulle spalle come realizzatore. Gli avversari, pur conoscendolo meglio adesso, hanno di che tremare, visto che può migliorare ancora: in difesa (dov’è già un buon rubapalloni) e per continuità sia come scorer che come tiratore (34.5% da tre).
Corey Kispert (13.9 punti, 4.0 rimbalzi, 2.1 assist), veterano e cuore di questa Gonzaga, può affermarsi come top assoluto nel proprio ruolo (è il nostro #1 nella Top 10 ali) adesso che si trova al termine di un percorso al college di vecchio stampo. Ben calato nel sistema-squadra, ha contribuito sin da matricola ed è un atleta cresciuto con costanza anno dopo anno. Per questo motivo, rappresenta un po’ il sogno di ogni allenatore Ncaa. Passato da giocatore di complemento a protagonista offensivo (che in difesa fa la propria parte), è ora un’ala piccola con un bel repertorio realizzativo: cecchino da tre punti (43.8% su 5.4 tentativi), letale da piazzato e in uscita, si fa sempre trovare al posto giusto e al momento giusto in transizione. Può e deve aggiungere qualcosa dal palleggio per far drizzare le antenne agli scout NBA.
Drew Timme (9.8 punti, 5.4 rimbalzi) è uno dei sophomore più promettenti di quest’anno e può cambiare il volto della squadra – abbastanza da convincerci a metterlo alla #5 nella Top 10 lunghi. Anzi, in buona parte lo ha già fatto: “Si potrebbe dire che, nel finale, fossimo al nostro meglio quando Drew era in campo”, ha detto Few a Blue Ribbon. E lo dicono anche i numeri: +14.5 di Adj. Eff. col texano sul parquet durante l’ultimo mese. Ultra affidabile in area (68.6% al ferro), come creatore di gioco apre opzioni interessanti per tutti e ha dedicato l’estate all’allargamento del range di tiro. Se la cosa dovesse funzionare, creerebbe scenari pieni d’attrattiva per i quintetti da schierare (una lineup alta in cui fare il 4 senza intaccare le spaziature) e per i giochi da scegliere (magari dei pick and pop à la Tillie?).
Curiosità
È dall’annata ’98-’99, l’ultima prima della promozione di Mark Few a head coach, che Gonzaga centra sempre l’appuntamento col Torneo Ncaa. Una continuità incredibile che ne ha fatto un vero e proprio programma high-major in una mid-major conference. Che la sua scalata sia fuori dall’ordinario, lo si capisce da molte cose: anche dai numeri dell’ateneo, che non sono esattamente quelli che si riscontrano fra i nomi più blasonati.
Gonzaga è infatti l’unica università nella Top 10 All-Time di KenPom ad avere un corpo studentesco inferiore alle 10mila unità (7.501 iscritti, #269 nella Division I). Per intenderci: meno della metà di Duke, all’incirca un quarto rispetto a Kansas, Kentucky, North Carolina e meno d’un sesto in confronto a Michigan State.
Nella Top 50 di KenPom, ci sono soltanto due formazioni appartenenti a istituti che contano meno studenti di Gonzaga. E sono entrambe ex mid-major inglobate dalla Big East nel 2013: Xavier (7.127) alla #24 e Butler (4.481) alla #45.