Home 9 Non categorizzato 9 Gli ostacoli per Baylor e Zags, ecco le Elite 8

Gli ostacoli per Baylor e Zags, ecco le Elite 8

Drew Timme Corey Kispert Gonzaga Elite Eight
Autore: Redazione BasketballNcaa
Data: 29 Mar, 2021

Gonzaga e Baylor godono sempre dei favori dei pronostici ma non potranno abbassare la guardia. La preview sugli incontri di Elite Eight (lunedì 29 e martedì 30 marzo).

Midwest: #2 Houston – #12 Oregon State (29/3, 1.15)

Ai tifosi di Houston piacerebbe molto poterla considerare una partita scontata, ma Oregon State è entrata in quella dimensione “da Torneo” per cui sembra ormai capace di sopravvivere a qualsiasi sfida. I Beavers affrontano per la terza volta una super difesa, meno efficiente ma più fisica rispetto a quella dei Ramblers. Il match nel match sarà la marcatura fra DeJon Jarreau (che viene da una delle migliori prestazioni difensive del Torneo contro Buddy Boeheim) ed Ethan Thompson, miglior giocatore per distacco di Oregon State. Le triple di Houston saranno invece affidate a Quentin Grimes e Marcus Sasser.

Nel turno precedente Oregon State ha optato per la zona contro Loyola, sfruttando anche la “serata no” al tiro dei Ramblers. Potrebbe riprovarci, ma Houston ha appena vinto con autorità una gara contro una super zona come quella di Syracuse, che ha attaccato riuscendo a non dipendere troppo dal tiro da 3 (7/26 dall’arco, poco meglio del 5/23 dei Ramblers).

La differenza potrebbe farla la presenza sotto i tabelloni: Justin Gorham, Reggie Chaney, Brison Gresham e Fabian White sono l’indigesto quartetto di lunghi dei Cougars tutti atletici ed aggressivi. Al momento Houston vanta un dato impressionante al Torneo, un computo di 43-19 nei rimbalzi offensivi (secondi in stagione per OR% dietro North Carolina). Oregon State non sembra attrezzata per reggere l’urto con i soli Roman Silva, Maurice Calloo e l’ala Warith Alatishe a protezione del ferro.

HOUSTON 65% – OREGON STATE 35%

DeJon Jarreau

South: #3 Arkansas – # 1 Baylor (29/3, 3.57)

Coach Eric Musselman ha un problema, e non tanto piccolo: ha un solo ottimo difensore sui piccoli quando ce ne vorrebbero tre. E, soprattutto, la sua squadra ha la pericolosa e costante tendenza ad andare sotto in doppia cifra, svantaggio accumulato in ognuno dei tre turni giocati finora. Ecco, con Baylor questo non conviene proprio farlo perché i Bears sono un rullo che ogni tanto si inceppa, ma che difficilmente si ferma ad aspettare gli altri. La finale del South ha quindi una chiara favorita, ma Arkansas è tutt’altro che una vittima predestinata perchè ha cuore e talento in quantità sufficiente per dare fastidio a chiunque.

Davion Mitchell, Jared Butler e MaCio Teague compongono un backcourt inferiore (forse) solo a quello di Gonzaga e fanno di Baylor la miglior squadra nel tiro da tre della nazione, anche perché dalla panchina si alzano Adam Flagler e Matthew Mayer, altri due tiratori dal 40% abbondante, decisivi il primo contro Villanova e il secondo contro Wisconsin. È grazie a loro che in pochi si sono accorti del torneo tutto sommato sotto tono di Butler che finora non ci ha preso praticamente mai (4/21 da tre): la realtà è che Baylor può anche fare a meno dei suoi punti e vincere perché Mitchell è diventato il vero leader della squadra anche a livello offensivo, oltre che uno dei giocatori con le quotazioni più in ascesa in ottica draft. Ci sarebbe poi anche il capitolo difesa: 56 i punti concessi di media finora dai Bears, che peraltro hanno avuto avversarie non debolissime.

In cosa possono sperare quindi i Razorbacks? In una serata magica di Moses Moody che faccia dimenticare l’orrendo 4/20 contro Oral Roberts, nel lavoro sotto i tabelloni del meraviglioso Justin Smith visto al torneo e nella difesa, che rimane comunque la decima della nazione grazie soprattutto a Davonte Davis, freshman ormai inserito fisso in quintetto che ha pure segnato il canestro decisivo contro ORU. Se poi JD Notae si ricorda che è stato nominato sesto uomo dell’anno nella Sec e se Jalen Tate continua a segnare con continuità, allora avremo una partita, e anche molto bella.

BAYLOR 80% – ARKANSAS 20%

Coach Eric Musselman (Photo by C. Morgan Engel/NCAA Photos via Getty Images)

West: #6 USC – #1 Gonzaga (30/3, 1.15)

Gonzaga trova alle Elite Eight proprio la squadra che sulla carta sembra la meglio attrezzata per darle fastidio nella West Region. USC è in grado di frenare quei ritmi alti così amati dagli Zags. La difesa dei Trojans è in forma strepitosa (87.9 di Adj. Efficiency nelle tre gare giocate al Torneo): la sua taglia e il suo schieramento a zona hanno dato grossi grattacapi a una Oregon in genere dinamica.

Con quattro giocatori che vanno dai 2 metri in su e che comunicano molto bene fra di loro, USC costringerà Gonzaga a ragionare e a doversi misurare con un giocatore speciale come Evan Mobley, capace di creare un ombrello difensivo in area che non può non intimorire (9.1 di Blk% quest’anno). Sarà interessante vedere che tipo di contromisure potrà sfoderare Drew Timme contro di lui, cioè un lungo abbastanza agli antipodi per caratteristiche generali.

Gonzaga però parte strafavorita anche in questa gara e ha tutto per portare a casa la vittoria. Anche se ama correre, ha dimostrato abbondantemente di saper attaccare in modo eccellente anche a ritmi più blandi (58.4 di eFG% contro la difesa schierata, miglior dato della D-I per Hoop-Math) e l’incredibile abbondanza di ball handler nella sua Death Lineup dovrebbe garantirle la possibilità di muovere una difesa pur granitica come quella di USC.

A ciò aggiungete anche un presidio dei propri tabelloni non sempre impeccabile da parte dei Trojans (18 rimbalzi offensivi lasciati a Oregon): uno come Joël Ayayi potrebbe approfittarne e creare preziose seconde opportunità, mentre Corey Kispert potrebbe punire a ripetizione un assetto difensivo più adatto a sbarrare la strada in area che a presidiare l’arco.

GONZAGA 80% – USC 20%

Corey Kispert (Photo by Patrick Gorski-USA TODAY Sports)

East: #1 Michigan – #11 UCLA (30/3, 3.57)

UCLA aspira a diventare ciò che è diventata Michigan sotto Juwan Howard: una squadra di élite in entrambe le metà campo. Le similitudini tra le due formazioni ci sono: dall’ottima gestione della palla, all’idea di una difesa che chiude l’area e forza poche palle perse, l’uso massiccio del tiro da tre (UCLA più con le uscite dai blocchi, Michigan più con la circolazione di palla) e il controllo dei tabelloni. Michigan, però, ha il talento necessario e superiore per battere UCLA. Cosa può andar storto? 

Innanzitutto Johnny Juzang e Jules Bernard sono in una forma strabiliante e, se dovessero continuare a mettere triple anche con la mano in faccia come con Alabama, potrebbero mettere in difficoltà i Wolverines come fatto da Cam Thomas e Javonte Smart una settimana fa. In più, la difesa dei Bruins ha il fisico e l’atletismo per tenere giocatori come Franz Wagner e Chaundee Brown e lo scontro tra nani dai capelli fantastici Mike Smith contro Tyger Campbell sarà decisivo.

Dal canto suo, Michigan può mettere in crisi le opzioni offensive di UCLA (uscite di blocchi e il post di Cody Riley) e, in attacco, ha dei giocatori molto intelligenti capaci di leggere al volo ciò che la difesa gli offre. I Wolverines sono i favoriti, ma guai a portare la partita in bilico negli ultimi minuti: UCLA tende a vincerle (12-3 nei finali tirati).

MICHIGAN 65% – UCLA 35%

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