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Pronostici e orari, tutto sulle Sweet 16

Evan Mobley USC Sweet 16
Autore: Raffaele Fante
Data: 27 Mar, 2021

Il programma, i temi e i pronostici delle gare di Sweet 16 che vanno in scena fra sabato 27 e domenica 28 marzo.

 

Midwest: #8 Loyola – #12 Oregon State (27/3 – h. 19.40)

È la partita con cui si inaugurano le Sweet 16 e quella che, comunque vada, proporrà una sorpresa alle Elite Eight, cioè al turno successivo. Per paradossale che possa sembrare, e lo dimostra il seed, Loyola gioca per una volta da favorita e questo potrebbe creare qualche problema a una squadra che da sempre sfrutta anche la pressione che grava sugli avversari.

Sulla carta e per quanto mostrato fin qui al Torneo la partita la farà la squadra allenata da Porter Moser (coach ormai ambito da molti top team a partire da Indiana), che è la seconda migliore difesa della Ncaa e che in attacco esegue con grande disciplina e sfrutta le doti sotto canestro di Cameron Krutwig e quelle realizzative di Lucas Williamson.

Attenzione però a dare per morti i Beavers, che nelle ultime 9 partite hanno perso solo contro Oregon. Oregon State rende al meglio se Ethan Thompson, la point guard tuttofare, riesce a stare lontana dai falli. Sarà interessante capire su chi difenderà Warith Alatishe, che ha già imbavagliato Cade Cunningham al turno precedente.

LOYOLA 60% – OREGON STATE 40%

 

South: #5 Villanova – #1 Baylor (27/3 – h. 22.15)

Le uniche due sconfitte di Baylor in stagione sono coincise con una brutta serata al tiro sia di Jared Butler che di Davion Mitchell che hanno messo insieme in coppia lo stesso 2/13 da tre sia contro Kansas che contro Oklahoma State. Se loro due steccano, MaCio Teague da solo non salva i Bears. Ma è probabilmente l’unica speranza che ha Villanova di venire a capo di una partita che, soprattutto nel backcourt, vede una netta differenza tra le due squadre, anche perché Chris Arcidiacono con il fratello ha giusto il cognome in comune e marcare Mitchell è oltre le sue possibilità.

Coach Scott Drew dovrà invece fermare Jeremiah Robinson-Earl, cioè un lungo che prende spesso palla lontano dal canestro e che ha viaggiato a 20 punti di media nelle prime due gare. Facile che Baylor giocherà spesso piccola, con Mark Vital su di lui e l’ottimo Matthew Mayer visto fin qui molto in campo ma fermare l’attacco di Villanova sarà la prima preoccupazione dei Bears. Che però hanno tutte le armi per riuscire a farlo.

BAYLOR 75% – VILLANOVA 25%

 

South: #15 Oral Roberts – #3 Arkansas (27/3, h. 1.25)

Una squadra che tira tanto e bene da tre contro una che tira poco e soprattutto difende male sull’arco: ecco perché Oral Roberts ha più di una chance di continuare la sua sorprendente strada alla March Madness.

Arkansas è tutt’altro che un brutto accoppiamento per i Golden Eagles, reduci da 7 vittorie consecutive grazie alla coppia lungo-piccolo più efficiente del torneo: Max Abmas e Kevin Obanor sono chiaramente due giocatori in missione ed è molto meglio per i Razorbacks non andare sotto in doppia cifra come successo contro Colgate e Texas Tech, e come successo anche contro la stessa Oral Roberts quando la incontrarono a fine dicembre sul loro campo.

Alla fine vinsero 87-76 ma rimontare stavolta potrebbe essere più complicato, anche se la squadra di Eric Musselman è finora sempre sopravvissuta agli alti e bassi del suo quintetto con tre freshman, dimostrando carattere e tutto il sapere cestistico di Justin Smith. Al netto di alcune palle perse a caso, l’attacco comunque funziona e Moses Moody con il suo talento può fare canestro come e quando vuole. E se è finito lo spirito da Cinderella, allora per ORU potrebbe finire anche il torneo.

ARKANSAS 65% – ORAL ROBERTS 35%

 

Midwest: #2 Houston – #11 Syracuse (27/3, h. 3.55)

La partita che chiude la prima giornata e che molti hanno definito la porta aperta per Houston verso le Final Four. I Cougars hanno tutto per vincere e sono favoriti, questo è chiaro, ma non sono una squadra schiacciasassi. La chiave tattica riguarda come Houston affronterà la difesa a zona di Syracuse che, dopo anni, resta ancora un rebus per molti avversari.

I Cougars, anche grazie a Quentin Grimes, sono una squadra efficiente dall’arco (35.2% di squadra), ma più ancora del tiro da tre potrebbe fare la differenza la loro aggressività a rimbalzo offensivo (secondi in Ncaa). Fondamentale per Houston non andare sotto nel punteggio, perché i ritmi imposti dalla zona Orange rendono complesse le rimonte.

Dall’altra parte del parquet Syracuse finora ha vinto grazie al tiro da tre e a percentuali stellari: al Torneo ha preso 41 tiri da due e 58 tiri da tre realizzando col 50% dall’arco. Di queste 58 triple, 23 le ha tentate Buddy Boeheim (13 realizzate) e 16 Joseph Girard, con 8 segnate. Come dire che fermati loro si ferma l’attacco di Syracuse e per questo saranno importanti il recupero dall’infortunio di Dejon Jarreau e l’energia di Tramon Mark.

HOUSTON 55% – SYRACUSE 45%

 

West: #5 Creighton – #1 Gonzaga (28/3, h. 18.10)

Sarà forse superfluo, ma è obbligatorio cominciare da qui: Gonzaga ha il miglior attacco della Division I, una miriade di armi a disposizione e finora nessuno è riuscito a trovare il modo per batterla. O di andarci vicino.

Cosa può fare Creighton? Innanzitutto, scendere in campo nella sua migliore versione possibile (ovvero quella vista al secondo turno contro Ohio), colpire dall’arco a volontà (ehi Mitch Ballock, tocca a te adesso) e, in difesa, stare col fiato sul collo del reparto esterni Zags grazie all’atletismo, al fisico e alla versatilità di Damien Jefferson e Denzel Mahoney.

Fin qui tutto bene, poi comincia la coperta corta. I Bluejays devono sperare di non soffrire troppo il proprio anello debole difensivo nel backcourt (Marcus Zegarowski) e che Christian Bishop trovi il modo di tenere testa in area a Drew Timme (devastante contro Oklahoma) senza ricorrere ad aiuti che sbilancerebbero la squadra in modo forse fatale. Si giocherà a ritmi alti, quelli preferiti da Gonzaga. E solo questo potrebbe fare tutta la differenza.

GONZAGA 90% – CREIGHTON 10%

 

East: #4 Florida State – #1 Michigan (28/3, h. 23.00)

Finora l’assenza di Isaiah Livers non ha pesato tantissimo per Michigan e la domanda che in molti si pongono è se Florida State può impensierire i Wolverines, visti parecchio in difficoltà contro LSU. La fisicità e l’atletismo dei Seminoles può creare qualche fastidio all’attacco di coach Juwan Howard, soprattutto mettendo in difficoltà fisicamente Mike Smith, il play nano di Michigan, che ha sofferto la difesa di LSU.

I Wolverines, però, sono stati bravissimi a bypassarlo e trovare risorse alternative e tiri aperti. È uno spartito che può ripetersi contro la squadra di Leonard Hamilton che, dal canto suo, non sembra avere abbastanza bocche di fuoco in attacco (come Cam Thomas e Javonte Smart nel secondo turno) per battere una difesa comunque solida. Serve una prestazione di assoluto livello da parte di Scottie Barnes e MJ Walker per azionare la mano, fredda al momento, dei tiratori dei Noles.

MICHIGAN 70% – FLORIDA STATE 30%

https://www.youtube.com/watch?v=qkqpquckqOg

 

East: #11 UCLA – #2 Alabama (28/3, h. 1.55)

Scontro tra due filosofie differenti: Fast&Furious Alabama (11° della D-I per AdjTempo) e quello SlowMo di UCLA (337° per il pace). Mettiamo le cose in chiaro: se Alabama è in giornata da tre punti, non la batte praticamente nessuno. Come fare, quindi? I Bruins, per prima cosa, devono sperare che i Tide non siano abili abbastanza da sfruttare un buco strutturale della difesa ideata da Mick Cronin: per difendere il centro dell’area, UCLA tende a lasciare molte triple aperte dagli angoli e questo potrebbe essere mortale contro Alabama che ha segnato 16/33 da tre contro Maryland.

Inoltre, Tyger Campbell deve evitare di crollare sotto la pressione difensiva della difesa dei Tide (molto abile nel forzare palle perse quanto abile l’attacco di UCLA ad evitarlo). Cruciale anche lo scontro Jones-Jaquez: il sophomore di UCLA dovrà usare tutta la sua intelligenza per contenere l’All-American di Alabama, che è stato un enigma irrisolvibile per quasi tutte le difese. Johnny Juzang e Jules Bernard dovranno essere dei cecchini ogni volta che Bama gli lascerà lo spazio, ma il margine di errore è minimo per i Bruins.

ALABAMA 80% – UCLA 20%

 

West: #7 Oregon – #6 USC (28/3, h. 3.45)

Le Sweet 16 si chiuderanno con quella che potrebbe finire per essere la sua sfida più equilibrata. Vediamo USC in leggero vantaggio per un motivo in particolare, anzi due: i fratelli Mobley. La mobilità in rapporto alla taglia di Evan è altamente indigesta in entrambe le metà campo, ma soprattutto crea un ombrello difensivo importante (#31 per Blk% in Division I). Isaiah, dal canto suo, da qualche settimana sta giocando la miglior pallacanestro della propria carriera universitaria, scoprendosi anche cecchino vero dalla distanza (4/5 da tre contro Kansas al secondo turno). Una doppia dimensione interna-esterna che Oregon potrebbe pagare molto caro, specie se gli esterni dei Trojans dovessero essere in giornata e spalleggiare a dovere i due lunghi in questione, i quali saranno per forza di cose i due osservati speciali.

Questi elementi e il -14 rimediato un mese fa non sono proprio confortanti per i Ducks, ma la squadra vista nei tempi più recenti è proprio un’altra cosa rispetto a quella osservata nel corso di una stagione travagliata. Da Will Richardson a Euguene Omoruyi, passando per Chris Duarte e LJ Figueroa, gli starter di Oregon offrono una vasta gamma di soluzioni offensive e possibilità di adattamento a situazioni diverse. Forse abbastanza da creare problemi persino all’ottima difesa di USC (#5 della Ncaa per Adj. Efficiency).

USC 55% – OREGON 45%

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