Home 9 Approfondimenti 9 Europei in NCAA 2020-21: Preseason Top 30

Europei in NCAA 2020-21: Preseason Top 30

Joel Ayayi Gonzaga Europei in Ncaa
Autore: Riccardo De Angelis
Data: 20 Nov, 2020

Abbiamo perso dei protagonisti importanti – per fare qualche nome, Petrušev, Tillie, Moretti, Yurtseven – ma fra gli Europei in Ncaa ci sono ancora degli interpreti eccellenti.

Quest’anno il nostro preseason ranking parla francese come mai prima: i transalpini sono cresciuti tanto e hanno fatto molta strada dagli imprevisti e dai balbettii di due stagioni fa. Occhio però anche ai tedeschi e all’ormai solita, buona pattuglia d’italiani.

Qui di seguito trovate una Top 30 riservata ai returning players – stilata pensando più che altro all’impatto che questi dovrebbero avere in stagione e non troppo al loro appeal come prospetti – seguita da alcune menzioni speciali e note sparse, in buona parte dedicate ai freshmen (non potevamo non fare almeno un accenno alla colonia europea di Arizona).

 

1. Joël Ayayi

G – R-Jr. – GONZAGA – 10.6 PTS, 6.3 REB, 3.2 AST

Tra gli europei in Ncaa, sembra proprio lui quello con maggiori chance di avere una stagione top sia a livello personale che di squadra. E ci fa piacere vederlo lì, dato che a Joël volevamo bene già da tempo. Deve continuare a migliorare al tiro (34.5% da tre su 3.6 tentativi, buon segno) e diventare più continuo nelle due metà campo, ma c’è già tanta acqua che porta al mulino: sfuriate clutch, tante ripartenze in contropiede direttamente dal rimbalzo, passaggi di pregio, assistenze molto ben calibrate sfruttando i blocchi, belle progressioni al ferro, due braccia lunghe a disturbare in difesa. E una mentalità da campione che ha sin da ragazzino.

2. Yves Pons

F – Sr. – TENNESSEE – 10.8 PTS, 5.4 REB, 2.4 BLK

Uomo dai mille talenti (sassofonista, judoka, ballerino), è il #2 di questa Top 30 ma il #1 dei nostri cuori. Anche perché in campo se la cava, eccome. È un 3-4 con forza fisica, elevazione e mobilità laterale tali da farne un difensore totale: può tenere dall’1 al 5 con un’efficacia senza pari in D-I. E le sue stoppate rimbombano. Non è mai stato troppo portato per l’attacco, però ha un ottimo turnaround jumper, sta crescendo nell’1-vs-1 frontale e ha iniziato a pungere dall’arco (34.9% su 2.8 tentativi l’anno scorso). Lui comunque sa che non basta e ha detto a Envergure che continua a lavorare sia sul tiro che sul palleggio con la mano debole, la destra.

3. Sandro Mamukelashvili

F – Sr. – SETON HALL – 11.9 PTS, 6.0 REB, 1.4 AST

L’ex Biella è stato super come secondo violino (specie nel finale di stagione) e ora tocca a lui fare da prima opzione offensiva. Alto 211 cm, molto mobile e in controllo dal palleggio, la sua dimensione ideale è di 4 fuori ma è un pericolo anche in area. Tiratore sublime, mette i piedi a posto in un amen e ha un rilascio imprendibile. Ha un bel primo passo e può attaccare l’uomo da ambo i lati, riesce a coordinarsi al ferro anche quando gli si sbarra la strada e non manca di opzioni in arresto-e-tiro (occhio ai fadeaway). Meno celebrato in difesa, è però affidabile: nei mismatch sfavorevoli con gli esterni non esce spesso vincitore, ma fa sempre scelte oculate.

4. Olivier Sarr

C – Sr. – KENTUCKY – 13.7 PTS, 9.0 REB, 1.2 BLK (w/ Wake Forest)

Dopo tre anni di purgatorio, ora può incidere in un contesto top. Settepiedi longilineo, 221 cm di wingspan, mani e piedi buoni, è un lungo da gioco fronte a canestro con un range che arriva ai 5-6 metri, ma ha ormai una dimensione completa in area (66.9% al ferro), a partire dal prendere posizione in post e dal timing nei tagli (ora verrà servito meglio, si spera). Ha movimenti e gesti tecnici eleganti, carica di falli gli avversari e li punisce ai liberi (76.1%), la passa più che bene, è un rim protector valido (ottimo in aiuto) ed eccelle a rimbalzo (Top 10 nella ACC sia per DR% che OR%) anche perché non si accontenta di far valere i centimetri.

5. Oscar da Silva

F – Sr. – STANFORD – 15.7 PTS, 6.4 REB, 1.5 AST

C’è del buzz intorno ai Cardinal. Per Ziaire Williams? Certo, ma anche per il tedesco, lungo atipico (infatti nasce ala) e fra i giocatori più intelligenti che ci siano, in campo e fuori. Rollante efficace, coordinato in area (lì produce tre quarti dei suoi punti dal campo), è ormai affidabile ai liberi (77.1%) ma non altrettanto col dribble jumper e dall’arco (meglio però non battezzarlo, se si può). Buon passatore e rimbalzista attivissimo sotto entrambi i tabelloni, in difesa sa coprire più ruoli e protegge il ferro discretamente, nonostante un certo gap di taglia e di atletismo coi lunghi delle high-major. Insomma, mille e uno modi di fare la differenza.

6. Franz Wagner

G – So. – MICHIGAN – 11.6 PTS, 5.6 REB, 1.0 AST

Tutti si chiedono se saprà compiere un salto di qualità in questa squadra in cerca di leader. La nostra risposta è un convinto: ha avuto bisogno di tempo per ambientarsi e guarire da una frattura al polso, ma da gennaio in poi è stato spesso fra i migliori di UM. Insoddisfatto del proprio tiro da tre (31.1%), ha passato l’estate a lavorarci su. Quest’anno potrebbe giocare più da 2 che da 3: una bella sfida per lui, specie alla voce creazione dal palleggio, ma questo non ci scoraggia dal voler scommettere sul suo mix ultrapeculiare di taglia (206 cm d’altezza), alta pericolosità in contropiede, voglia di lottare e QI elevato un po’ in tutti gli aspetti del gioco.

7. Santi Aldama

F – So. – LOYOLA (MD) – 15.2 PTS, 7.6 REB, 2.1 AST

Posizione troppo alta per uno della Patriot? Forse, ma il canario potrebbe dominare tanto da mettere varia gente in serio imbarazzo. Talento da high-major, forma un inedito frontcourt tutto spagnolo coi muscoli di Golden Dike e le abilità di Alonso Faure (candidato ROY della conference). Solo 10 gare l’anno scorso per riprendersi da un’operazione al ginocchio: non era al top, eppure faceva spavento. Forte d’una speciale combinazione di taglia (211 cm per 98 kg), agilità e tecnica, sarà un matchup nightmare in tutte le zone del campo, anche perché il suo tiro da tre è decisamente migliore di quanto mostrato l’anno scorso (21.7%).

8. Neemias Queta

C – Jr. – UTAH STATE – 13.0 PTS, 7.8 REB, 1.7 BLK

L’anno scorso il ginocchio lo ha frenato un po’, ma ha comunque ribadito di essere un centro di lusso nella MW a livello difensivo. Con lui, le percentuali al ferro degli avversari crollano (USU era #30 in D-I in quella voce) e, sia al primo che al secondo anno, il sevenfooter è stato #1 per Blk% e #4 per DR% nella conference. Quando deve sedersi in panca, gli effetti sono nefasti per la difesa. E anche l’attacco perde qualcosa: il suo mix di taglia (213 cm, 111 kg) e forza ha un effetto-calamita in area e la sua prontezza nel riaprire il gioco è oro per gli esterni sull’arco. Compiti per casa: tagliare drasticamente le perse e fungere da fulcro offensivo.

9. Tomas Woldetensae

G – Sr. – VIRGINIA – 6.6 PTS, 2.2 REB, 1.1 AST

Non c’è dubbio che Sam Hauser possa essere la pedina della svolta per gli Hoos, ma eventuali novità nel gioco dell’ex Indian Hills avrebbero effetti non da poco. Dopo un inizio stentato, è emerso con decisione (i 27 punti rifilati a Louisville, il game winner con North Carolina) sfoderando le sue straordinarie doti balistiche (39.8% da tre su 6.5 tentativi nelle ultime 15 gare). Parimenti letale da piazzato, dal palleggio e in uscita (ottimi i suoi movimenti lontano dal pallone), gli manca però della pericolosità palla in mano all’interno dell’arco. Aggiungere qualcosa come creatore di gioco: qui sta la differenza tra bravo specialista e vera arma in più.

10. Matt Haarms

C – R-Sr. – BYU – 8.6 PTS, 4.6 REB, 2.0 BLK (w/ Purdue)

C’era un tempo in cui era lecito pensare che Haarms sarebbe stato per Purdue un degno erede di Isaac Haas. L’olandese invece si è sgonfiato al momento clou (non solo per demeriti propri) e, pur facendo un gran bel lavoro nello stoppare tutto quel che gli capitava a tiro (due anni di fila primo nella Big Ten per Blk%), non si è mai trasformato in quel tipo di presenza d’area. Sia chiaro: anche a noi brillano gli occhi per un lungagnone di 221 cm che ogni tanto la mette da tre. Per sua fortuna, anche Mark Pope la vede così. A BYU gli verranno chieste cose diverse e allora potremmo assistere a una storia di riscatto personale piuttosto particolare.

11. Matthias Tass

F – Jr. – SAINT MARY’S – 6.6 PTS, 3.6 REB, 2.2 AST, 1.3 BLK

Un crociato rotto ha bloccato la sua ascesa l’anno scorso, ma la WCC si è ricordata di lui per il Preseason Team, giustamente. Se sano, ha i numeri per essere il prossimo grande centro cui far ruotare attorno l’attacco dei Gaels. Ha mezzi indubbi in post basso e un gran bel footwork al servizio di più soluzioni. Ha capacità da passatore per punire i raddoppi senza limitarsi agli scarichi verso l’esterno. C’è del potenziale al tiro, ma potrebbe perdersi un po’ nella maniera in cui Bennett usa i lunghi. Grosso e tosto (208 cm per 111 kg), per nulla esplosivo ma mobile quanto basta, è una presenza di rilievo nel difendere l’area ed è combattivo a rimbalzo.

12. Alexis Yetna

F – R-Jr. – SOUTH FLORIDA – 12.3 PTS, 9.6 REB, 1.0 AST (2018-19)

Potrebbe essere fra i migliori della AAC, ma dipende dallo stato in cui si ripresenterà. L’ultima gara risale all’aprile 2019 e ha ricevuto il via libera per gli allenamenti con contatto solo otto giorni prima dell’inizio di stagione. Se USF lo ritroverà come prima, avrà di che rallegrarsi. Lungo undersized (203 cm) ma dalle spalle larghe, è più utile da 4 che da 5 (specie in difesa) ed è prezioso sugli scarichi, mostrando una meccanica compatta in catch-and-shoot (36.8% da tre). Ha verticalità e coordinazione per mordere in area e l’instancabilità a rimbalzo sotto entrambi i tabelloni ne fa un collezionatore di doppie-doppie (15 in 36 gare da esordiente).

13. Ebrima Dibba

G – R-So. – COASTAL CAROLINA – 10.8 PTS, 4.2 REB, 4.8 AST

Pare che, mentre Dibba sparava un 19+6+4 in un upset su Utah, alcuni scout NBA si stessero chiedendo chi diavolo fosse quello lì. Forse non avevano letto BN (*risatina*) altrimenti si sarebbero ricordati di una combo guard di quasi due metri con del potenziale. Infortunatosi, ci ha regalato solo 6 gare l’anno scorso, lasciando quesiti in sospeso sullo stato del suo tiro da tre (30.2% da freshman) e del suo ball handling. Per il resto, già tante certezze: buone opzioni dal pick and roll, arresto-e-tiro mortifero dalla media, slasher di tutto rispetto, sempre pronto a spingere la transizione dal rimbalzo, difensore versatile, attento nel coinvolgere i compagni.

14. Sasha Stefanović

G – R-Jr. – PURDUE – 9.1 PTS, 2.4 REB, 1.7 AST

Se i Boilermakers sapranno riscattarsi da un’annata storta, dipenderà anche dall’americano di passaporto serbo. Qui la specialità della casa è il tiro da tre (39% in carriera), fatto di rilascio rapido e capacità di colpire in situazioni diverse. È un giocatore piuttosto ordinato, che pensa alla squadra, ma la continuità non è stato il suo forte finora: per sua stessa ammissione, fa fatica a concentrarsi quando il tiro non entra. Se riuscisse a superare tale blocco mentale, questo potrebbe essere il suo anno: avere Trevion Williams come fulcro dell’attacco dovrebbe aprire opportunità ghiotte per le mani più educate poste attorno l’arco.

15. Rapolas Ivanauskas

F – R-Sr. – CINCINNATI – 13.1 PTS, 7.6 REB, 2.1 AST (w/ Colgate)

Dalla Patriot all’American, smetterà i panni del 5 per indossare quelli del 4, un passaggio del tutto naturale per uno come lui. È ottimo fronte a canestro, si muove in maniera navigata in area, ha mani educate, range (34.1% da tre in carriera, dato rovinato da un 2019-20 storto al tiro) e può sfruttare la pericolosità dalla distanza attirando close out da battere in palleggio, non importa con quale mano. Inoltre, la passa in modo intelligente ed è una buona presenza a rimbalzo. Coach Brannen l’ha voluto per tutti questi motivi (e non solo), ma ci sorge un dubbio: in difesa, mancando di taglia per stare sui 5, sarà pronto per i 4 atletici della AAC?

16. Alessandro Lever

F – Sr. – GRAND CANYON – 15.7 PTS, 6.0 REB, 2.2 AST

L’anno scorso si è snellito, il suo gioco offensivo è decollato, ma era costretto a non schiodare dallo spot di 5, vedendo scoperto il suo tallone d’Achille, la difesa. Adesso però ha Frayer da 3 e Midtgaard da 5 ad aiutarlo dietro e potremmo vedere il miglior Lever di sempre. In attacco, c’è di tutto e di più di quel che si può volere da un ragazzo di 2.08 metri: dimestichezza al tiro da esterno (38.3% da tre), percentuali al ferro in crescita (62.9%), tantissime soluzioni dai 3-4 metri, può mettere palla a terra dall’arco ed è più creativo di tanti pari ruolo (secondo in squadra negli assist). Un neo? Magari strappare più falli, vista l’ottima mira ai liberi (78.9%).

17. Marek Doležaj

F – Sr. – SYRACUSE – 10.4 PTS, 6.4 REB, 2.8 AST, 1.1 STL

Come mai un titolare della ACC con quelle stats non è più in alto nel ranking? Perché fin qui è stato un mezzo rebus e il suo sviluppo ha seguito un cammino incerto: 208 cm d’altezza su un fisico da stecchino (che ne pregiudica la resa difensiva) e un’identità tecnica mai messa bene a fuoco. Lo slovacco ha però qualità indubbie: un QI che ne fa un play aggiunto nello spot di 4 e un modo sui generis ma efficace di trovare il canestro (ha percentuali alte al ferro e va spesso in lunetta, tirando i liberi col 74.7%). Con qualche chilo in più (adesso ne pesa 91), più fiducia e magari un jumper migliore (2 su 9 da tre in totale l’anno scorso), può sorprendere.

18. Jubrile Belo

C – Jr. – MONTANA STATE – 13.1 PTS, 6.4 REB, 1.2 BLK

Frey non c’è più ma i Bobcats hanno ancora una chiara impronta europea. Amin Adamu è fra i protagonisti e Borja Fernández ha avuto un finale di freshman year promettente, ma la star è Belo. Ex Juco, si è segnalato come una delle migliori novità tra i lunghi delle mid-major. Ben 109 kg di peso spalmati su 206 cm d’altezza, rispetto alla mole mostra buoni piedi che, uniti a mani morbide e prontezza ad alta quota, lo rendono ostico da affrontare in area: 68% al ferro e 79.2 di FTRate (#6 in D-I), tirando i liberi col 73.8%. Parimenti valido in difesa (#5 per Blk% nella Big Sky), ha tutto per dominare fra i pari ruolo della conference.

19. Giorgi Bezhanishvili

F – Jr. – ILLINOIS – 6.8 PTS, 4.8 REB, 1.6 AST

Da matricola ci aveva conquistati, ma il secondo capitolo è stato un mezzo flop. Il tandem con Cockburn non ha dato i risultati sperati e ora Underwood vuole voltare pagina, dandogli più spazio come cambio del giamaicano che non da 4 al suo fianco. Insomma, 15-20 minuti a gara, come nell’ultimo mese dell’annata scorsa. Il georgiano ha però un piano per tornare a fare la differenza: spostare l’accento dai progetti di espansione del repertorio (tiro da tre, ball handling) a ciò che sa fare meglio (gioco in post basso, fronte e spalle a canestro) e su quello che serve alla squadra (blocchi, rimbalzi). E se migliorasse anche in difesa, sarebbe oro colato.

20. Luka Brajković

F – Jr. – DAVIDSON – 10.3 PTS, 5.0 REB, 1.6 AST

L’anno dell’esplosione potrebbe essere dietro l’angolo. E cadrebbe al momento più opportuno, visto che a Kellan Grady farebbe comodo un vicecomandante. L’austriaco è un lungo con mani molto educate, ottimi ferri del mestiere in area e un gancio cielo dal sapore vintage. Cosa non meno importante, aspira a essere un big man moderno: la passa bene (a volte divinamente) e vuole diventare più pericoloso dall’arco (8 su 21 da tre l’anno scorso). Sul piano atletico e fisico non ha mai impressionato, anche se questo non gli ha impedito di contribuire in difesa. In ogni caso, ci ha sempre lavorato su: chissà, forse i risultati inizieranno a essere più visibili.

21. Mikael Jantunen

F – So. – UTAH – 6.7 PTS, 4.9 REB, 1.1 AST

Da freshman è andato in crescendo sopportando degli acciacchi e ora è titolare in una squadra da tenere d’occhio per il futuro. Fosforo, forza e sisu ne fanno un ottimo 4 nella metà campo difensiva: nella marcatura individuale è efficace e pulito, non avendo pagato troppo dazio nel passaggio a una pallacanestro più fisica. In attacco ha avuto pochi palloni, ma ne ha fatto un uso eccellente (128.2 di ORtg, dato più alto nella Pac-12) fra buone letture, posizionamento in area, rapacità nei rimbalzi offensivi (#10 per OR% nella conference) e buon rendimento ai tiri liberi (73.3%). Ora la sfida sta nel crescere di pari passo con delle responsabilità in aumento.

22. Isaiah Ihnen

F – So. – MINNESOTA – 3.4 PTS, 2.5 REB

Di spazio garantito, non ne ha – sarà pronto a fare il 3 oltre che il 4 stretch? – ma i suoi 11.4 minuti sono stati pieni di promesse. In difesa, il potenziale è enorme, potendo unire statura (206 cm), mobilità e braccia lunghissime (223.5 cm di wingspan). I risultati si sono già visti, fra cambi eseguiti impeccabilmente (sia su guardie che su lunghi) e qualche pallone sporcato. Tenace a rimbalzo (19.8 DR% nella Big Ten), sembra aver fatto il callo alla fisicità americana. In quanto a palleggio ha offerto solo bagliori, ma si spera che inizi ad attaccare il ferro: fino a qui, si è limitato al piazzato dalla distanza (facendo bene: 37.8% da tre su 2.1 tentativi).

23. Joshua Mballa

F – Jr. – BUFFALO – 10.8 PTS, 9.6 REB, 1.1 BLK

Lungo alto solo 201 cm ma con un fisico che è una bomba: ha lacune lampanti, però le stats dicono tanto sulla portata dei suoi punti forti. Non ha gioco fuori dall’area, tocco e footwork sono carenti (a parte lo spin move): quando riceve sotto, fatica se non riesce a battere l’uomo sul primo passo o a spostarlo. Però questa è l’eccezione. E in campo aperto fa paura: va come un treno, con o senza palla in mano. A rimbalzo fa la voce grossa, ma è più performante sotto i tabelloni altrui (fiuto, elevazione) che i propri (male nei tagliafuori). In difesa è intenso, mette le mani ovunque e salta come una molla, ma è anche scomposto e commette cattive letture.

24. Filip Rebrača

F – Jr. – NORTH DAKOTA – 14.3 PTS, 8.9 REB, 1.6 AST, 1.0 BLK

Il figlio di Željko gioca nello stesso ruolo del padre, anche se la taglia è proprio diversa (206 cm, 100 kg). Habitué della doppia-doppia, quest’anno è il leader della squadra della Summit. Ogni tanto la mette da tre, ma non abbastanza da aprire il campo. In compenso, può fare un po’ tutto a 5 metri dal canestro. Ha un mid-range jumper ottimo che non necessita di spazio per essere scoccato. In post basso ha gran tocco (occhio al semigancio), lavora con pazienza e, quando attacca frontalmente, spesso gli basta il primo passo per essere a metà dell’opera. In difesa tutto sommato fa il suo, a rimbalzo è strapresente ed è velenosissimo nei tap-in.

25. Kayne Henry

F – Sr. – JACKSONVILLE STATE – 10.9 PTS, 6.9 REB

Un altro Juco Product inglese che ha fatto bene all’esordio in Ncaa. Ala di 201 cm per 95 kg, ha un’apertura di braccia notevole (213 cm) e doti atletiche spiccate che si manifestano in più modi: contributo alto a rimbalzo, pericolosità in contropiede, esplosività al ferro (che spesso porta a liberi tirati col 75.3%) e versatilità difensiva (l’anno scorso era impegnato sui lunghi, ma ora potrebbe essere sguinzagliato più spesso sugli esterni). Il jumper dalla media e lunga distanza è piuttosto solido (35.6% da tre su 1.9 tentativi), ma forse può incrementare volume ed efficienza, almeno un poco. In tal caso, diventerebbe devastante nella OVC.

26. R.J. Eytle-Rock

G – Jr. – UMBC – 11.2 PTS, 4.4 REB, 3.3 AST

“Al primo anno, non riuscivo a fargli prendere un tiro aperto”, dice Odom a Blue Ribbon. Ora che è uscito dal guscio, è il più brillante di un roster dalla chiara impronta europea (Akin e Spasojević, ora raggiunti da Picarelli e Wójcik). Migliorato da tre (36.3% su 3.6 tentativi), in penetrazione può sgusciare via in maniere imprevedibili: l’efficienza non è ancora lì (43.8% al ferro), eppure dà spesso esempi di buon uso del corpo e della mano debole. Adesso tornerà a giocare più da ball handler secondario ma ha dimostrato che, se necessario, è in grado di far girare la squadra (più assist e meno perse pur avendo avuto molti più palloni in mano).

27. Tristan Enaruna

F – So. – KANSAS – 2.4 PTS, 2.2 REB

Ala di 203 cm d’altezza, può difendere su tre ruoli diversi, ha interessanti doti di slasher e un tiro in (lenta) evoluzione. Uno come lui pare destinato a fare bene e l’anno scorso eravamo curiosi di vederlo all’opera, pensando che potesse dare una mano sin da subito. A novembre sembrava darci ragione (18.3 minuti in 7 gare), ma poi è scivolato via nelle rotazioni fino a quasi sparire con l’inizio della Big 12. Insomma, le solite storie da matricola. Ora però ritorna con più esperienza e più muscoli per ritagliarsi spazi in pianta stabile. Di potenziale ce n’è parecchio: magari non esploderà proprio quest’anno, ma dovrebbe cominciare a farsi sentire.

28. Mladen Armuš

F – R-Jr. – BOISE STATE – 8.0 PTS, 7.7 REB, 1.0 BLK (2018-19 w/ ETSU)

Il lungo serbo è uno dei molti innesti di rilievo nel roster di Leon Rice e pare proprio essere quel tassello capace di far compiere alla difesa un decisivo salto di qualità. Tanto brava nel negare triple quanto vulnerabile in area (sia a protezione del ferro che a rimbalzo), ora Boise State può schierare un mastino che primeggiava sotto i tabelloni della SoCon (quinto per Blk% e secondo per DR% nella conference). Per dare una mano anche in attacco, non avendo granché da offrire al di fuori del pitturato, potrebbe aiutare parecchio lo sviluppare una mira più affidabile a cronometro fermo (solo 56.5% ai liberi in carriera).

29. Guglielmo Caruso

F – Jr. – SANTA CLARA – 9.7 PTS, 4.4 REB, 1.1 BLK

Aveva iniziato alla grande, ma un infortunio l’ha tenuto fermo per quasi tutta la conference season. Ora riparte da una centralità acquisita negli equilibri di squadra e da un numero: 69.3, ovvero l’assurda percentuale da due punti messa insieme in quelle 19 partite, frutto in primis del suo tempismo nell’occupare gli spazi in area. Il napoletano ha anche altro da dare: buona presenza a rimbalzo (21.7 di DR%), protezione del ferro (può tranquillamente finire tra i primi della West Coast per Blk%) e anche cose fin qui meno richieste da Sendek, ossia un tiro da non snobbare (34.2% da tre nel biennio) e spunti dal palleggio (meglio se attaccando a sinistra).

30. Yvan Ouedraogo

C – So. – NEBRASKA – 5.7 PTS, 6.3 REB

Se un 17enne mette a segno tre doppie-doppie di cui due nella Big Ten, è il caso di prendere nota. Anche quando è evidente che c’è ancora molto da costruire, specie sul piano delle scelte in campo. Madre Natura gli ha donato un fisico possente e, per lui, fare a sportellate e tirare giù rimbalzi (13.0 di OR% e 17.2 di DR%) non è un problema, anche a quei livelli. Intanto il ragazzo di Bordeaux si è dato da fare in estate, ha buttato giù peso superfluo (7 kg in meno) e potrebbe ripresentarsi più esplosivo e verticale. È però da vedere se quella mano comincerà a essere più dolce, almeno un pochino (47.7% ai liberi, 13.3% nei jumper da due punti).

 

Menzioni speciali e note varie

UN GRANDE BALZO IN AVANTI? – Oltre ai già citati Enaruna e Ihnen, ci sono un altro paio di sophomore fra le Power 6 che possono farsi largo dopo un primo anno con pochi minuti. Aidan Igiehon (Louisville) magari non è il più pronto, ma di certo è quello a cui si presenta l’occasione più ghiotta: in casa Cardinals c’è un vuoto da colmare nel ruolo di centro titolare, visto che Malik Williams rimarrà fermo per un bel po’. Balša Koprivica (Florida State) avrà i suoi spazi in una squadra come sempre da rotazioni larghe. Il serbo ha centimetri (216) e chili (109) da mettere sul piatto, ma anche tecnica e mani morbide.

ARRIVEDERCI FORZATI – Avevamo inserito Gabriele Stefanini alla numero 12 della nostra classifica prima che la Ivy League annunciasse la rinuncia agli sport invernali. Gabe sarebbe stato il mattatore indiscusso di Columbia quest’anno ed era facile immaginarlo fra i migliori in assoluto della conference. Oltre al bolognese, ci sono da segnalare anche alcuni volti nuovi che, causa infortunio, dovranno rimandare l’esordio in Division I: Alex Tchikou di Alabama, Rati Andronikashvili e Modestas Kancleris di Creighton.

TUCSON, EUROPA – Sean Miller è passato col carrello della spesa nel Vecchio Continente e il risultato è che Arizona si presenta con cinque europei fra i sette freshmen in arrivo. Non si sa se vedremo Daniel Batcho (operato al ginocchio, la sua situazione sarà rivalutata a gennaio) ma, fra gli altri quattro, almeno due dovrebbero dare un contributo significativo sin da subito. Tra i due fratelli Tubelis, l’attenzione è tutta per Ąžuolas, 4-5 con un mix di dinamicità e di doti fisiche d’interesse assoluto in entrambi i lati del campo. Kerr Kriisa sarà probabilmente il primo cambio delle guardie: porta acute doti di playmaking e più modi di liberare un tiro in sospensione letale. Infine c’è Tibet Görener, ala con tiro e visione di gioco.

MATRICOLE NELLE HIGH-MAJOR – Rimanendo nella Pac-12, troviamo Pelle Larsson, un esterno dalle mille doti, che ha impatto su entrambi i fronti di gioco e con un fisico pronto per questo livello: a Utah dovrebbe avere tanti minuti da subito.

Andrej Jakimovski era solito sovrastare gli avversari delle giovanili italiane: ora troverà pane per i propri denti sul piano fisico. È possibile che fatichi all’inizio contro avversari più rapidi e atletici, ma a Washington State ci sono tanti esordienti e gerarchie da definire.

Fra i freshmen europei in Ncaa passati per le high school, Samson Ruzhentsev è quello più considerato dagli scout americani (Top 50 della classe 2020 sia per 247Sports che per Rivals), ma a Florida sarà dura sgomitare nel reparto ali.

David Mutaf troverà concorrenza a Minnesota ma ha la taglia per occupare più posizioni in un backcourt a tre guardie e il suo ottimo tiro da fuori potrebbe portarlo a rosicchiare minuti, magari alle spese di Both Gach, giocatore più esperto ma poco affidabile dall’arco.

A Rutgers, il forfait di McConnell può aprire spazi per almeno un freshman, il sudsudanese Mawot Mag e lo svedese Oskar Palmquist, ala mancina forse impreparata ai rigori difensivi di Pikiell, ma atletico e con un tiro di cui la squadra potrebbe avere un gran bisogno.

PICCOLA ROCCIA BALCANICA – Avendo già parlato di alcune mid-major piene di europei, non si può non citare Little Rock, favorita di quest’anno nella Sun Belt che schiera cinque giocatori dai balcani: i serbi Andrić, Lukić, Štulić e i bosniaci Bešović e Marić.

SECONDE OPPORTUNITÀ – Infine, vale la pena citare degli europei in Ncaa che hanno avuto poca fortuna nelle P6 ma che ora possono trovare riscatto nelle mid-major: Yavuz Gültekin (San Diego), Oton Janković (Tulane), Kristian Sjolund (UTEP), Joshua Tomaić (SDSU).

Articoli correlati

Buddy Hield, il sorriso delle Bahamas

Buddy Hield: la cosa più simile a Stephen Curry su un parquet di college basketball (parafrasando SB Nation). Ecco chi Leggi tutto

Nuova stagione, tutti i coach da seguire
Chris Beard - coach Texas Tech

Chris Beard ne ha cambiate addirittura due nella stessa estate, altri ne hanno più semplicemente trovato una nuova. Vediamo cosa Leggi tutto

Dagli Usa all’Italia, ecco i nuovi freshman
Harry Gilles (Duke)

Non c’è IL nome come l’anno scorso, quando lo sbarco di Ben Simmons a LSU è stato preceduto da fiumi Leggi tutto

Tutto quello che non sapete su Tom Izzo
Tom Izzo - coach Michigan State

Dallo stato del Michigan alle squadre Nba che l’hanno cercato fino ai video più divertenti. Coach Tom Izzo è appena Leggi tutto

Campioni e scommesse, i rookie arrivati in Europa
Gabe York

Ma chi è questo Nic Moore preso da Brindisi? Gabe York farà rimpiangere Tyrus McGee? Dove è andato a giocare Leggi tutto